mercoledì 21 aprile 2010

Intervista a Ellen Hidding - Gennaio 2009

Vengo dopo il Tg!

A due anni dalla prima esperienza, dal 5 gennaio Ellen Hidding è tornata al timone di “Sipario”, il rotocalco di Rete 4 in onda ogni giorno dopo il telegiornale della sera. A volerla fortemente, insieme a Eleonora Pedron, con la quale si alterna, è stato il direttore Emilio Fede

“Sono tornata molto volentieri a Rete 4”, ha esordito Ellen Hidding quando l’abbiamo raggiunta telefonicamente per chiederle cosa l’avesse spinta a tornare alla guida di “Sipario”, il programma di attualità, cronaca rosa e spettacolo  in onda ogni giorno al termine del Tg4 della sera, che la conduttrice di origini olandesi aveva già presentato nella stagione 2006/2007.
 “A contattarmi per propormi di tornare è stato il direttore in persona, Emilio Fede, e ne sono stata lusingata: evidentemente avevo lasciato un buon ricordo. Ma non è solo per questo che ho accettato: mi piace molto questo tipo di programma: ne ho condotto uno simile anche su Sky (”E! News Italia”, sul canale satellitare E!, ndr), che per ora è sospeso, quindi mi sento molto a mio agio, senza contare che non essendo la prima volta che faccio ‘Sipario’ per me è stato un po’ come tornare in famiglia. E poi... il ritmo di lavoro si concilia benissimo anche con le esigenze di mia figlia, che ha solo quattro anni e mezzo: per le registrazioni sono impegnata solo di pomeriggio, per un paio d’ore, e poi sono libera. Così la mia bambina nemmeno si accorge della mia assenza perché riesco ad accompagnarla a scuola e anche ad andarla a riprendere! L’unica cosa che la lascia perplessa è che il pomeriggio, quando mi rivede dopo la registrazione di ‘Sipario’, sono molto più truccata di quando c’eravamo lasciate!”. 
Non ti disturba, quindi, condividere la conduzione con Eleonora Pedron, con la quale ti alterni di settimana in settimana?
“No, tutt’altro! In realtà, mi fa proprio piacere: lei mi piace, è carina, brava, e anche lei ‘funziona’ molto bene, perché l’aveva già presentato in passato”.
Devi molto del tuo successo e dell’affetto che il pubblico ha per te ai programmi della Gialappa’s Band, con cui dal 1997 hai lavorato spesso. Era un tipo di tv molto diverso dal modello di ‘Sipario’: scanzonato e graffiante, molto ironico sui personaggi... Ti trovi ugualmente a tuo agio in entrambe le situazioni, anche se così diverse?
“Diciamo subito una cosa: se la Gialappa’s mi richiamasse, accetterei subito. E non solo perché devo a loro l’inizio della mia carriera televisiva, ma soprattutto perché con loro mi sono sempre divertita tantissimo! Se ci siamo ‘lasciati’ è solo perché dopo cinque anni era necessario un cambiamento, sia per me sia per loro. Però anche a ‘Sipario’ mi sono trovata subito molto bene. Parliamo di gossip, dei vari personaggi... questo lo rende un lavoro ‘leggero’, che quindi non richiede troppo impegno, e avendo una bambina piccola quando mi fu proposto per la prima volta, nel 2006, mi sembrò subito perfetto”.
Come hai appena detto, ‘Sipario’ dà molto spazio al gossip... tu che rapporti hai con i paparazzi?
“Praticamente... nessun rapporto! Non faccio vita mondana, sono riservata, amo stare con la mia famiglia, perciò in genere non finisco sui giornali: i paparazzi non mi perseguitano. Se una mia foto ‘rubata’ viene pubblicata, in genere è perché per caso mi trovavo vicino a un personaggio ‘pedinato’ dai fotografi. Pensa che quando feci il primo colloquio con Fede per la conduzione di ‘Sipario’ lui mi disse che la scelta era caduta su di me anche per questo. E lo stesso è capitato per il programma che ho condotto su E!”.
Hai un curriculum ricco e vario: hai cominciato come modella, sei un volto televisivo noto, hai esperienza radiofonica.... In futuro a cosa ti piacerebbe lavorare? C’è un’esperienza che ti piacerebbe fare, magari al cinema?
“Non sono un’attrice, non ho ancora mai fatto esperienza in questo campo, ma... mai dire mai! Voglio dire che, se arrivasse una proposta adatta a me, la prenderei senz’altro in considerazione. In tv, invece, mi piacerebbe moltissimo tornare a fare un programma per bambini simile a ‘Ziggie’, che ho condotto  qualche anno fa su Italia 1”.    ★

Intervista a Mara Maionchi - Gennaio 2009

 Ma il talento non basta

Dal 12 gennaio, quando in prima serata debutterà su Rai Due la seconda edizione di “X Factor”, ogni settimana Mara Maionchi siederà dietro il banco riservato ai tutor delle tre categorie di concorrenti per assistere alle esibizioni dei suoi protetti. In questa intervista ci racconta di cosa avranno bisogno per vincere

Dopo l’estenuante iter delle selezioni, finalmente il prossimo 12 gennaio avrà inizio la seconda, attesa edizione del talent show di Rai Due “X Factor”. Ma cos’è, esattamente, questo speciale “fattore”, questa magica componente in grado di distinguere le potenziali future star dalla gente “comune”? Senza nulla togliere agli altri due giudici della gara, Simona Ventura e Marco “Morgan” Castoldi, abbiamo pensato che la persona più adatta a rispondere a questa domanda fosse Mara Maionchi, una delle figure più autorevoli del mondo discografico italiano che ha tenuto a battesimo, riconoscendone per prima le doti d’eccezione, alcuni dei più dotati musicisti italiani.
Signora Maionchi, cos’è l’X Factor?
“È la predisposizione a fare qualcosa, un’inclinazione particolare che ti distingue dagli altri e ti dà la possibilità di riuscire meglio di loro. È quello che chiamiamo più comunemente ‘talento’, una dote che spesso si ha senza nemmeno saperlo, anche se in genere chi ne è dotato sente dentro di sé la molla a emergere, un istinto che lo guida nella ricerca della sua strada”.
Come affronterà questa nuova edizione? Il suo atteggiamento sarà diverso da quello dell’anno scorso?
“Non credo proprio! A 67 anni, cambiare atteggiamento sarebbe impossibile. Fra l’altro, la produzione dello show è molto rispettosa nei miei confronti: non mi chiedono mai nulla, se non di rispettare orari e appuntamenti, ovviamente. L’unico consiglio che mi hanno dato è di non essere troppo affrettata nel giudizio, di mostrarmi più riflessiva, perché la gente che ci guarda da casa potrebbe non capire le mie scelte”.
Non ci sarà nessuna novità?
“Una c’è, e secondo me è anche molto importante: quest’anno la produzione ha coinvolto Luca Tommassini (grande ballerino conosciuto a livello internazionale anche come, coreografo, direttore artistico e curatore d’immagine, ndr), affidandogli la direzione creativa del programma. La sua presenza mi rende più serena, perché conosce molto bene i meccanismi utili a far star tranquillo l’artista mentre lo aiuta a metter appunto atteggiamenti esteticamente vincenti sul palco. Allo stesso tempo, è anche molto attento a non esagerare: se si accorge che il ragazzo non è pronto a fare movimenti complessi non insiste, per non rischiare di danneggiare la sua performance canora”.
L’immagine è importante per le future star?
“Lo è soprattutto il modo di stare sul palcoscenico: bisogna che imparino a starci in modo ‘adulto’, da ‘professionisti’, magari vincendo l’iniziale riluttanza a fare movimenti che sarebbero molto belli da vedere… Devono imparare a fare spettacolo”.
Durante i primi provini “di massa”, ogni tanto vi abbiamo visto tenere conto anche dell’aspetto di alcuni aspiranti concorrenti... Pensa che un musicista del calibro di Tiziano Ferro (il cui talento è stato scoperto proprio da Mara Maionchi, ndr) avrebbe sfondato anche se non avesse risolto i suoi problemi di peso?
“La questione è un’altra: Tiziano quei problemi li ha dovuti risolvere anche e prima di tutto per la sua tranquillità psicofisica. E se avessi avuto un figlio di vent’anni con problemi di soprappeso avrei comunque cercato di intervenire. I giovani con problemi alimentari – e penso anche a quelli che mangiano troppo poco! – hanno il diritto e il dovere di curarsi. È un fatto anche culturale, non solo estetico. Tiziano è bravo a prescindere, ma non sarebbe stata la stessa cosa”.
Durante la prima edizione appariva molto coinvolta a livello emotivo…
“Lo sono sempre, in tutte le occasioni! Mi commuovo anche facilmente. Tiziano Ferro, per esempio, ha cantato per molto tempo ‘Il bimbo dentro’, una canzone del suo primo album. Beh, mi commuovevo ogni volta che la sentivo! Non so perché, probabilmente mi toccava a livello inconscio, come se parlasse della mia storia. E mi succede anche con le canzoni di altri artisti, naturalmente, fa parte della mia natura”.
Quest’anno le sono stati affidati i gruppi vocali: le dispiace non lavorare più con i giovanissimi?
“No, lo faccio molto volentieri. Mi diverte questa cosa; e poi, gli artisti sono tutti uguali: che siano gruppi o singoli artisti, il processo da affrontare per farli maturare è lo stesso, dalla scelta delle canzoni giuste in avanti. Una volta c’era un gruppo di quattro musicisti che mi sarebbe davvero piaciuto molto seguire…”.
Mi lasci indovinare… i Beatles?
“Già, nel mio ufficio ho un loro poster enorme: sarebbe stato un sogno!”.
Chi dovrebbe vincere quest’anno? Non le chiedo di darmi un nome, piuttosto un identikit…
“La cosa più importante è che alla fine vinca un artista che sia pronto a ‘subire’ la vittoria. Non serve che abbia solo talento, anche se indispensabile, dovrà possedere anche la giusta maturità. Perché per sfondare un artista ha bisogno di molta forza, altrimenti difficilmente supererà le barriere che frenano la comunicazione con il grande pubblico. Bisogna essere determinati per trovare la chiave giusta ed esprimersi al meglio. Credo che vincerà l’artista più pronto a essere capito, o almeno me lo auguro”.
Con Francesco Facchinetti, che presenterà anche la seconda edizione di “X Factor”, ogni sabato pomeriggio lei conduce “Scalo 76” su Rai Due… Cosa può dirci di lui?
“È un ragazzo molto carino! Ed è anche bravo. Penso abbia un ottimo margine di crescita, anche perché è un personaggio molto attuale, un po’ sopra le righe ma in senso buono, in senso innovativo. Credo che avrà un futuro glorioso e glielo auguro di cuore”.
Facchinetti, quindi, ha l’X factor?
“Assolutamente sì!”.    ★

“Dr. House - Medical Division” - Finale quarta stagione

Finale... con il botto!

Domenica 11 gennaio, Canale 5 trasmetterà in prima tv free gli ultimi due episodi della quarta stagione di “Dr. House - Medical Division”. Un gran finale da non perdere, con inediti risvolti “bollenti”...

Non c’è dubbio: dati alla mano, “Dr. House - Medical Division” risulta essere uno dei telefilm più seguiti degli ultimi anni e forse, a ben guardare, anche il più amato. Non ci stupisce, quindi, che dallo scorso 6 maggio, data alla quale risale la messa in onda dell’ultima puntata trasmessa da Canale 5, mezza Italia abbia tenuto il fiato sospeso in attesa di godersi gli ultimi quattro episodi inediti (almeno per la tv free) della quarta stagione. In questi sette mesi i fan del medico più cinico e intuitivo della tv hanno dovuto armarsi della proverbiale “santa pazienza”, ma ne è valsa la pena, perché come hanno già dimostrato le due puntate andate in onda domenica scorsa alle 21.10, il finale di stagione promettere di essere sufficientemente scoppiettante da ripagare la lunga attesa. E scoppiettante - per non dire bollente! - sarà anche il primo degli ultimi due episodi che Canale 5 trasmetterà domenica 11 gennaio, intitolato “La testa di House”, in cui vedremo nientemeno che l’algida e serissima dottoressa Cuddy, interpretata dalla bella attrice 41enne Lisa Edelstein, esibirsi a sorpresa davanti al burbero ma compiaciuto collega in una scatenata, eroticissima lap dance vestita (si fa per dire...) con una microgonna in stile “collegiale” e calzando vertiginose zeppe nere... 
È sogno o realtà? I due medici, fra i quali abbiamo sempre avvertito una velata attrazione, hanno forse finalmente ceduto alla passione? Per scoprirlo, non resta che godersi questo straordinario finale di stagione, denso anche di situazioni e immagini drammatiche, che porterà sicuramente alle stelle le nostre aspettative per i primi episodi della quinta stagione, in programma sempre su Canale 5 nelle settimane successive.

Un talento di famiglia

Forse non tutti sanno che Hugh Laurie, in fatto di medicina, non era uno sprovveduto nemmeno prima di girare la prima stagione di questo telefilm, se non altro per essere cresciuto con un medico “vero” in casa. Suo padre, infatti, mancato una decina d’anni fa, era un medico di famiglia e, ironia della sorte, avrebbe desiderato che il figlio seguisse le sue orme. Ma il Dr. Laurie, ha puntualizzato in più di un’occasione Hugh, non aveva nulla a che vedere con il personaggio della sua serie tv: “mio padre era raffinato e gentile - ha spiegato - sarebbe stato incapace di ferire le persone dicendo loro cose offensive o parlando loro in modo brutale”. Tuttavia, ha spiegato l’attore, “le maniere di House l’avrebbero scandalizzato, ma il suo intelletto l’avrebbe comunque ben impressionato”. Ma allora, qual è la sfida più grande, lo sforzo maggiore che Hugh Laurie affronta ormai da cinque anni per calarsi nei panni di questo medico dai modi spietati? Ebbene, secondo quanto rivelato dallo stesso protagonista, nato a Oxford, in Inghilterra, quarantanove anni fa, “la cosa più difficile è il suo accento americano! Una vera seccatura...”.  ★

Intervista a Giorgio Pasotti - Gennaio 2009

Beato fra le suocere

Approfittando di una breve pausa della lavorazione della miniserie “David Copperfield”, che in queste settimane Giorgio Pasotti sta girando nella freddissima Praga, abbiamo raggiunto telefonicamente il protagonista maschile di “Due mamme di troppo”

“Il mio personaggio è un giovane uomo in carriera come tanti: senza grilli per la testa, di sani principi, ma molto concentrato sul lavoro. Rita gli stravolge l’esistenza, perché oltre a mandare a monte la sua precedente relazione entra in conflitto con la sua cronica mancanza di tempo. Grazie a Rita, però, Alessandro comincia un percorso che lo porta a svincolarsi dall’ambiente alto borghese da cui proviene e dai pregiudizi tipici della sua classe sociale, per trasformarsi in una persona molto più libera. Sono contento di questo lavoro, perché è una commedia molto ben scritta: ha toni leggeri ma non banali, è degna del grande schermo”.
Come ti sei trovato fa tutte queste donne?
“La presenza di Sabrina Impacciatore, Lunetta Savino e Angela Finocchiaro è stata uno degli elementi che mi hanno spinto a fare questo film: sono straordinarie e le stimavo moltissimo anche prima di cominciare a girare. Con Sabrina, in realtà, avevo già lavorato ne ‘L’ultimo bacio’… Lunetta e Angela non le conoscevo, ma immaginavo che da loro avrei potuto imparare molto e così è stato. Fra l’altro, abbiamo potuto contare sulla guida di un regista d’esperienza come Antonello Grimaldi e su ottimi sceneggiatori. Non c’è dubbio che sia stato un connubio artistico di grande livello, una di quelle rare ‘chicche’ che nella vita ti capitano solo ogni tanto. Spero che dimostri che si possono fare cose di qualità anche per il piccolo schermo”.
Hai mai realmente subito l’ingerenza di suocere invadenti?
“No, mai! Come ‘suocere’, finora, ho avuto solo donne straordinarie: mi è andata bene…”.
Stai girando “David Copperfield”: conosci lo splendido sceneggiato omonimo che la Rai produsse nel 1965? Allora al tuo posto c’era un giovanissimo Giancarlo Giannini: lo hai visto?
“Certo! E non solo quello: per prepararmi ho guardato anche tutte le altre trasposizioni del romanzo di Charles Dickens che sono state realizzate nel mondo. Sentivo che interpretare questo ruolo dopo Giannini, che a soli 17 anni venne lanciato proprio da quello sceneggiato, sarebbe stata una grande responsabilità…
E come ti trovi in un film in costume?
“Mi era già capitato di recitare in costume, ma il film era ambientato nel Novecento, durante la Seconda guerra mondiale (ne ‘Le rose del deserto’ di Mario Monicelli, del 2006, n.d.r.), non in un’epoca così lontana. Qui è molto diverso: gli abiti ottocenteschi - i velluti, i cappelli - mi stimolano di più a giocare, a divertirmi; mascherarti in qualcosa di molto lontano da te in questo mestiere può aiutare moltissimo”.
Cosa ti piace di più di questa produzione?
“Sono soprattutto molto felice di fare, per la prima volta nella mia carriera, un film adatto anche ai bambini: sono sicuro che lo adoreranno!”.